Vescovo-conte

Il concetto di vescovo-conte indica, nella storiografia tradizionale, un feudatario ecclesiastico investito del beneficio di un comitato dall'imperatore. Soprattutto il potere regio degli Ottoni avrebbe perseguito una politica sistematica di potenziamento dei vescovi dalla metà del X secolo.[1] Il concetto di vescovo-conte è stato messo in crisi dagli storici contemporanei: anche quando il vescovo riceveva diritti su territori corrispondenti al vecchio comitato carolingio si trattava solo dell'espansione di un diritto negativo (districtus) che il potere vescovile già esercitava sulla città. Tale concessione non comportava la sostituzione del potere comitale con quello episcopale: in molti casi i conti continuarono a esistere, anche se a partire dall'XI secolo cominciarono a reinterpretare il loro potere - di origine pubblica - sempre più in chiave dinastica e signorile[2].

  1. ^ Vescovo in Vocabolario – Treccani
  2. ^ Renato Bordone; Giuseppe Sergi, Dieci secoli di medioevo, Einaudi, Torino, 2009, pag. 113-114