Vespasiano | |
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Imperatore romano | |
Busto di Vespasiano | |
Nome originale | Tito Flavio Sabino Vespasiano Cesare Augusto |
Regno | 1º luglio[1] 69 – 23 giugno 79[2] |
Tribunicia potestas | accettata formalmente in epoca tarda[3] per 10 volte:[4] la prima volta (I) il 1º luglio del 69[1] e poi rinnovatagli ogni anno, alla stessa data |
Titoli | Pater Patriae in epoca tarda[3] |
Salutatio imperatoria | 20 volte:[4][5] I (al momento della assunzione del potere imperiale) nel 69, (II-III-IV[6]-V[7]) nel 70, (VI[8]-VII-VIII[9]) 71, (IX-X[10][11]) 72,[11] (XI) dopo luglio del 73,[12] (XII-XIII[13]-XIV[14]) 74, (XV-XVI[15]-XVII[16]-XVIII[17]) 76, (XIX) 77[18] e (XX) 78[4][5] |
Nascita | 17 novembre 9[19] Vicus Phalacrinae,[19] oggi Cittareale |
Morte | 23 giugno 79 (69 anni)[2] Aquae Cutiliae |
Predecessore | Vitellio |
Successore | Tito |
Coniuge | Flavia Domitilla[20] |
Figli | Tito[20][21] Flavia Domitilla minore[20] Domiziano[20] |
Dinastia | Flavia |
Padre | Tito Flavio Sabino[22] |
Madre | Vespasia Polla[22] |
Tribuno militare | laticlavio attorno al 30 (per 3-4 anni in Tracia), forse nella legio V Macedonica[19][23] |
Questura | nella provincia di Creta e Cirene,[19] nel 34 |
Edilità | nel 39[19][24] |
Pretura | 40[19] |
Legatus legionis | della legio II Augusta (ad Argentoratae[25] e poi in Britannia nel 43), dal 41[26] al 47 (?)[27] |
Consolato | 9 volte:[28] nel 51 (I),[29] 70 (II),[30] 71 (III),[9][31] 72 (IV),[9][10] 74 (V),[11][32] 75 (VI), 76 (VII),[15] 77 (VIII)[18][33] e 79 (IX)[34] |
Proconsolato | nel 63 in Africa proconsolare[26] |
Legatus Augusti pro praetore | nel 66 in Siria[35] |
Pontificato max | nel 70 |
Cesare Vespasiano Augusto (in latino Caesar Vespasianus Augustus; Falacrine, 17 novembre 9 – Aquae Cutiliae, 23 giugno 79) è stato un imperatore romano. Noto come Tito Flavio Vespasiano (Titus Flavius Vespasianus) e meglio conosciuto semplicemente come Vespasiano, regnò dal 69 al 79, anno della sua morte.
Fondatore della dinastia flavia, nono imperatore, fu il quarto a salire al trono nel 69 (l'anno dei quattro imperatori), ponendo fine a un periodo d'instabilità seguito alla morte di Nerone e definito dallo storico Tacito longus et unus annus ("anno lungo e unico"). Comandante delle truppe che erano impegnate fin dal 66 nella repressione in Giudea, venne acclamato imperatore dalle legioni d'Egitto, Giudea, Siria e Danubio. Al suo arrivo a Roma, il Senato lo riconobbe e lo nominò console per l'anno 70, insieme al figlio Tito.
La guerra civile rappresentò una decisa rottura con il passato, sia perché s'interruppe la continuità dinastica nella successione imperiale, sia perché per la prima volta un imperatore venne nominato lontano da Roma. Al nuovo sovrano vennero riconosciuti con un decreto del Senato tutti i poteri che erano stati propri di Augusto, Tiberio e Claudio. Le clausole del documento rafforzarono il potere dell'imperatore: egli poté concludere accordi con altri popoli esterni ai confini imperiali, convocare il Senato e far approvare senatoconsulti senza essere limitato da leggi e plebisciti. L'ascesa di Vespasiano fu un elemento di novità: fu un homo novus, non appartenendo a una famiglia della nobilitas romana, in quanto originario di Rieti. Nella sua politica fu attento a favorire l'integrazione dei provinciali dell'Impero come aveva fatto in precedenza Claudio.
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