Yasser Arafat

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Yāsser ʿArafāt
ياسر عرفات
Yasser Arafat nel 1996

Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese
Durata mandato20 gennaio 1996 –
4 novembre 2004
Capo del governoMahmūd Abbās
Ahmed Qurei
Predecessorecarica istituita
SuccessoreRawhi Fattuh

Presidente dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina
Durata mandato4 febbraio 1969 –
29 ottobre 2004
PredecessoreYahya Hammuda
SuccessoreMahmūd Abbās

Dati generali
Partito politicoFatah
FirmaFirma di Yāsser ʿArafāt ياسر عرفات

Yāsser ʿArafāt (in arabo ياسر عرفات?; pronuncia: [ˈjaːsɪr ʕaraˈfaːt]; Il Cairo, 24 agosto 1929Clamart, 11 novembre 2004) è stato un politico palestinese.

Il suo nome era Muḥammad ʿAbd al-Raḥman ʿAbd al-Raʾūf al-Qudwa al-Ḥusaynī (in arabo محمد عبد الرحمن عبد الرؤوف القدوة الحسيني‎?), ma è noto anche con la kunya Abū ʿAmmār (in arabo ابو عمّار?). Nel 1956, a una conferenza a Praga, Yasser Arafat portò la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese (a scacchi neri o rossi) che divenne di fatto una sorta di suo emblema.

Nel 1994 gli venne conferito - unitamente ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin - il premio Nobel per la pace per l'opera di diplomazia compiuta al fine di rappacificare le popolazioni dei territori occupati di Cisgiordania e della striscia di Gaza e garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto a uno Stato proprio. Dal 1996 sino alla morte, ha ricoperto la carica di presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). In precedenza era stato capo di al-Fatḥ (impropriamente nota come al-Fatah), confluita successivamente nell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). La discussa figura di Arafat ha finito con il diventare il simbolo stesso della causa palestinese.

Personaggio complesso e controverso, uomo d'azione ma anche prudente diplomatico, Yasser Arafat è stato negli ultimi anni della sua vita spesso accusato – e in special modo dopo il fallimento del summit di Camp David del 2000 con l'allora premier israeliano Ehud Barak, e dopo lo scoppio della Seconda intifada –, di non volere la pace, di aver sostenuto gli atti di terrorismo contro i civili israeliani e di non aver fatto nulla per contrastarli, non più in grado di porsi come interlocutore serio[1]. Allo stesso tempo, da parte del mondo arabo, è stato sempre riconosciuto e considerato come figura unica e carismatica, personaggio indispensabile all'interno dell'intricato universo di movimenti politici palestinesi, al fine della conclusione del processo di pace e dell'annosa crisi mediorientale[2].

  1. ^ Rubin, Barry, "Arafat's Poisoned Legacy" in National Interest, no. 79 (Spring 2005): 53-61.
  2. ^ Mamdouh Nofal, Yasir Arafat, the Political Player: A Mixed Legacy, in Journal of Palestine Studies, vol. 35, n. 2, 1º gennaio 2006, pp. 23–37, DOI:10.1525/jps.2006.35.2.23, ISSN 0377-919X (WC · ACNP). URL consultato il 2 dicembre 2022.