In astrobiologia e astrofisica planetaria, la zona galattica abitabile è la regione di una galassia in cui molto probabilmente si potrebbe sviluppare la vita. Il concetto di zona galattica abitabile analizza vari fattori, come la metallicità (la presenza di elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio) e la frequenza e densità dei vari eventi catastrofici come l'esplosione di supernove, e li utilizza per calcolare in quali regioni di una galassia sia più probabile la formazione di pianeti terrestri che possano fornire un ambiente adatto per la nascita e lo sviluppo di organismi viventi.[1] Secondo una ricerca pubblicata nell'agosto 2015, galassie molto grandi possono favorire la nascita e lo sviluppo di pianeti abitabili più delle galassie più piccole come la Via Lattea.[2] Nel caso della Via Lattea, si crede comunemente che la sua zona galattica abitabile sia un anello con un raggio esterno di circa 10 kiloparsec (33000 al) e un raggio interno vicino al Centro Galattico (senza confini precisi).[1][3]
La teoria della zona galattica abitabile è stata criticata a causa dell'incapacità di quantificare con precisione i fattori che rendono una regione di una galassia favorevole all'emergere della vita.[3] Inoltre, le simulazioni al computer suggeriscono che le stelle possono cambiare le loro orbite attorno al centro galattico in modo significativo, quindi non è detto che alcune aree galattiche siano necessariamente più vitali di altre.[4][5][6]